Come tutte le città del Nord, sotto Natale anche Budapest acquista un fascino tutto particolare. Da qualche giorno, poi, c’è aria da neve e il romanticismo è alle stelle. Mi guardo intorno e la città è uno sfavillio di luci, ad iniziare da Andrassy utca, il viale patrimonio Unesco, con gli alberi addobbati a festa. Nonostante il freddo, c’è chi giura che sia proprio questo il periodo migliore per visitare la capitale ungherese. Non mancano neppure i tradizionali mercatini, che invadono tutte le vie del centro.
Domenica partirà un nostro caro amico e, mentre mi immergo nell’atmosfera natalizia cercando un regalino per lui, ripenso a tutti i mesi trascorsi qui, alla prima volta che lo conobbi, alla prima impressione che ne ebbi.
Ricordi, Nicola? Fu a casa nostra, durante una cena, conoscevo a mala pena gli invitati. Tu parlavi dell’Olanda e la tua simpatia ci conquistava. La metà delle persone presenti sono già ripartite verso altre mete, altre avventure. Presto toccherà a te, poi arriverà anche il nostro turno.
Ogni pezzo di questa città mi racconta un po’ di noi che ci abbiamo vissuto, e mi ricorda qualcosa e qualcuno. Gli amici che sono passati di qui, per esempio. Ogni visita è stata un’occasione per scoprire uno scorcio nuovo di Budapest, o approfondirne un particolare. Qualche immagine è diventata lo spunto per un post, qualcuna sarà scolpita dentro di me per sempre. Cosa è rimasto della città che vidi la prima volta che la guardai? Cosa mi porterà questa ennesima ripartenza?
Senza di te il gruppo dovrà ritrovarsi, cercare nuova linfa, ma ce la faremo, è così che vanno le cose: per non perdersi, bisogna continuamente reinventarsi. Gennaio prossimo voglio fare cose che non ho ancora fatto, voglio godere di ogni giorno nuovo, voglio essere più gioiosa e ancor più costruttiva. Il mio tempo qui sta per finire, ma non posso andarmene prima di aver raggiunto un altro paio di obiettivi. Tornerò in Italia e ne sarò felice, ma sarò una persona nuova: più motivata, più matura, più ricca.